Il nostro cammino

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Il nostro cammino

Bee the Change non nasce dal nulla. E’ parte di un percorso che ha visto coinvolte numerose realtà, palestinesi e italiane, che negli ultimi anni hanno intrecciato strumenti, esperienze e attività.

Bee the Change non nasce dal nulla, ma nel solco di una lunga storia di relazioni e di cooperazione tra la Regione Umbria e la Palestina. Se l’Umbria è impegnata da anni in attività di cooperazione con la Palestina (progetti come le scuole di lingua italiana a Betlemme e Gerusalemme, la promozione del turismo sostenibile a Battir, la Camera Arbitrale Internazionale Palestinese, il programma triennale di sostegno medico ai bambini palestinesi, l’installazione di una centrale elettrica solare per gli agricoltori di Gaza), ad avere intessuto in questi anni rapporti con le realtà palestinesi sono stati anche comuni umbri e associazioni.

Dal 2007 l’Associazione Produttori Apistici Umbria (Apau) e  Felcos Umbria (e successivamente Apimed) hanno lavorato al rafforzamento dello sviluppo dell’apicoltura in Palestina. La collaborazione tra gli apicoltori umbri e palestinesi inizia allora, a Foligno, su iniziativa di Apau e Felcos Umbria, con il patrocinio e la collaborazione della Regione Umbria, del Comune di Foligno e dell’Iniziativa Art di Undp: viene organizzato il primo Forum dell’Apicoltura del Mediterraneo, un luogo di discussione e scambio di esperienze che per la prima volta riunisce le rappresentanze del settore apistico delle varie sponde del Mediterraneo.

Sette paesi e tre continenti che si ritrovano quattro anni dopo, nel 2011, di nuovo a Foligno per un nuovo Forum dell’apicoltura. La Cooperativa degli apicoltori di Ramallah partecipa alla costituzione di Apimed – la Federazione degli Apicoltori del Mediterraneo ed entra nel Federal Board di cui è tuttora consigliere.

Gli apicoltori palestinesi entrano così in contatto con le apicolture degli altri paesi del mediterraneo e collaborano alla costruzione di una politica di scambio tecnico, formazione e adeguamento produttivo. Nel 2013 viene approvato e finanziato dall’Unione Europea il progetto triennale “Mediterranean CooBEEration. Una rete per l’apicoltura, la biodiversità e la sicurezza alimentare”, promosso da Felcos Umbria e Apimed, che consente un avanzamento importante nella valorizzazione e il potenziamento delle apicolture mediterranee. Sul versante palestinese, Mediterranean CooBEEration ha rafforzato le capacità degli apicoltori palestinesi in termini tecnici e di organizzazione e capacità di dialogo politico con le istituzioni.

Sul piano tecnico, più di 200 apicoltori palestinesi hanno partecipato ai Forum e a diversi stage specializzati su temi per loro prioritari: qualità del miele, definizione degli standard parametrali del miele e degli altri prodotti dell’alveare, uniformazione dei metodi analitici, strategie di lotta alle malattie e altre avversità delle api, adozione di buone pratiche produttive. Sul piano organizzativo e politico, la realizzazione del Primo Forum Nazionale dell’Apicoltura Palestinese (nel maggio 2016) ha portato alla costituzione della prima Federazione Nazionale degli apicoltori palestinesi.

Uno strumento nuovo che si pone obiettivi importanti nel settore apistico e l’interazione con altre produzioni locali. Tra queste i saponi naturali e l’estrazione di oli essenziali realizzate a Jenin dalla Cooperativa Ponte Solidale, con il sostegno della Regione Umbria, in collaborazione con la rete di donne Aowa. Ecco l’elemento innovativo: la sinergia tra settore apistico e filiera delle piante aromatiche ed officinali, sia nella fase di produzione, attraverso l’interazione api-piante, che in quella di trasformazione di prodotti, introducendo una nuova linea di saponi a base di miele.

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Donne di Palestina
Tra i cammini più lunghi c’è quello intrapreso al fianco delle donne dell’associazione Aowa (Association for Woman Action for training and Reahabilitation). Il progetto, ribattezzato “Donne di Palestina”, ha ruotato intorno a una delle produzioni tradizionali palestinesi, i saponi, un’antica attività che ha le sue radici nella terra e nell’albero di ulivo, simbolo del popolo palestinese. A cui ne è stata aggiunta una “nuova”, la produzione di oli essenziali.

Un percorso di empowerment femminile che ha visto al fianco delle donne di Jenin la cooperativa umbra Ponte Solidale, in partnership con Felcos Umbria, Comune di Perugia, Liberomondo, Ctm Altromercato, Ya basta! Perugia, Assopace Palestina, Infarmazone, Nena News Agency, e con il cofinanziamento della Regione Umbria e della Chiesa Valdese.

Il progetto si è mosso su diversi piani: la produzione di saponi, già attivata nel decennio scorso, si è arricchita negli ultimi anni: le donne del campo profughi di Jenin hanno iniziato a produrre gli olii essenziali per i saponi, prima acquistati dalla vicina Siria. Ma la guerra che ha sconvolto il paese mediorientale ha reso pressoché impossibile – o troppo costoso – reperire la materia prima. Da cui l’idea di fare un balzo in avanti.

Attraverso le strumentazioni e la formazione sia in loco che in Italia fornite dalla Cooperativa Ponte Solidale, Najah, Maisun, Siham e le loro compagne hanno imparato a produrre da sole gli olii, ad estrarli da piante come salvia, menta, timo, basilico. Tutti prodotti messi a disposizioni da cooperative agricole gestite da altre donne della zona e ora dai comuni che hanno affidato direttamente al progetto le terre per le coltivazioni: una rete che va dalla terra fino agli alambicchi del laboratorio di estrazione.

Un percorso lungo che nasce nel 2004 quando Ponte Solidale conosce Aowa, attiva dal 1994, e le ricchezze della Palestina e della zona di Jenin. Pochi anni dopo parte la cooperazione: dai saponi si è dunque passati agli olii essenziali, uno step ulteriore per entrare nel circuito del mercato equo solidale italiano ed europeo e ulteriore arricchimento del lavoro e dell’indipendenza delle donne coinvolte.